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Comunicazione e relazione: ripartiamo da alleanze virtuose

In questi anni l’OMCeO di Siena ha portato avanti un’alleanza strategica con i cittadini per uscire dalle maglie strette della burocrazia che spesso rallenta i processi virtuosi della buona sanità e della relazione di cura. Sabato 15 luglio si terrà il Convegno dal titolo Comunicare in Sanità: Relazione di cura e cura della relazione.
A spiegare le premesse e gli obiettivi del convegno è Roberto Monaco Presidente dell’OMCeO di Siena.

“Vedere negli occhi del paziente. Questo deve essere l’obiettivo di una vera strategia di alleanza tra medici e cittadini. Per tale ragione da circa sei anni questo Ordine apre spazi di confronto e di dibattito con la cittadinanza in un’ottica di crescita comune ed anche- ovviamente- di critica costruttiva. Ma sempre tenendo fermo l’equilibrio di una relazione di cura che non può concedere nulla alla logica rivendicativa ma al contrario deve accogliere la dinamica della reciprocità. In questo senso parlare di comunicazione significa aprire su una dimensione veramente comune: il medico che si espone nella cura e il paziente che la riceve, la valuta e ne restituisce una percezione concreta.
Questo ci interessa -continua Monaco – cioè capire la percezione dei nostri pazienti rispetto a ciò che viene erogato; il grado di comprensione di ciò che viene comunicato.
Ed è in questo senso allora che diventa cruciale la collaborazione con i media: bisogna lavorare per rinforzare un’alleanza culturale tra medici e giornalisti a tutela della salute dei cittadini e della verità scientifica basata sull’evidenza”.

Se in questi  anni sono cambiati i canali di informazione e le piattaforme di comunicazione che hanno sbalzato i professionisti in una dimensione virtuale e quindi sempre più sfumata e suggestiva, chi ha in carico la gestione della salute e della cura non può fermarsi, non può rimanere indietro.

“Quale sarà il medico del futuro? Se non è possibile rispondere a questa domanda -continua Roberto Monaco- è possibile però conoscere meglio l’apparato di strumenti e di risorse che oggi la tecnologia e i nuovi media mettono in campo. Da un lato per ripensare l’alleanza con i cittadini alla luce dei cambiamenti culturali reali e dall’altra per difendere una professione che troppo spesso viene mal rappresentata, fraintesa e distorta. Non solo. Lavorare insieme a tutti gli attori della comunicazione è anche un percorso di approssimazione a quella verità clinica, storica e mediatica che rinforza la credibilità delle professioni, medica e giornalistica. Accreditare una notizia non può che essere un lavoro di reciproca consultazione e confronto per restituire fiducia nei messaggi di cura e di salute”.

Ormai da molti anni l’Ordine di Siena, tra i più virtuosi in materia di studio comunicazione in ambito sanitario, organizza alcuni corsi di formazione su temi cruciali delle logiche comunicative avvalendosi della consulenza di psicologi ma anche soprattutto della testimonianza diretta di cittadini.

“Spesso una parola detta si dimentica, un parola fraintesa genera certamente dubbio e apprensione. Ma un atto medico, cioè un gesto dell’essere medico, rimane forte nella percezione dei nostri pazienti. Dobbiamo riappropriarci dell’essere medici prima di dedicarci alla logica del fare. E solo la dimensione vissuta della relazione di cura -nella sua complessità- può aiutarci a ritrovare e rinforzare la nostra preziosa identità di medici”.

*foto matheus ferrero (unsplash.com)

Autore: Redazione FNOMCeO

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